CULTURA
Monumenti da visitare sulla Via Appia, proposta all'Unesco come Patrimonio dell'Umanità
La Via Appia è stata proposta all'Unesco come Patrimonio dell'Umanità: scopriamo i luoghi da visitare.
La via Appia
La via Appia era una strada romana che collegava Roma a Brundisium (Brindisi), porto tra i più importanti dell'Italia antica, da cui avevano origine le rotte commerciali per la Grecia e l'Oriente. Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell'epoca in cui fu realizzata (fine IV secolo a.C - III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l'enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana.
Larghi tratti della strada, particolarmente nel suburbio della città di Roma, sono ancora oggi conservati e percorribili nonché meta del turismo archeologico.
La sua candidatura a Patrimonio dell'Umanità è stata ufficializzata a Brindisi, nel corso di un evento cui hanno preso parte rappresentanti del ministero della Cultura e della fondazione Sant'Agata.
Terme di Caracalla
Il percorso originario dell'Appia Antica, partendo da Porta Capena, vicino alle Terme di Caracalla, collegava l'Urbe a Capua (Santa Maria Capua Vetere) passando per Aricia (Ariccia), Forum Appii, Anxur (Terracina) nei pressi del fiume Ufente, Fundi, Itri, Formiae (Formia), Minturnae (Minturno), e Sinuessa (Mondragone).
Le terme di Caracalla o antoniniane costituiscono uno dei più grandiosi esempi di terme imperiali a Roma, ancora conservate per gran parte della loro struttura e libere da edifici moderni. Furono fatte costruire dall'imperatore sul Piccolo Aventino tra il 212 e il 216 d.C. (come dimostrano i bolli laterizi) in un'area adiacente al tratto iniziale della via Appia, circa 400 m al di fuori dell'antica porta Capena e poco a sud del venerato bosco delle Camene.
Queste terme pubbliche furono le più imponenti mai edificate nell'Impero romano fino all'inaugurazione delle terme di Diocleziano e servivano principalmente i residenti della I, II e XII regione augustea (tutta l'area compresa tra il Celio, l'Aventino e il Circo Massimo).
Nel 2016 il circuito museale delle terme di Caracalla, della tomba di Cecilia Metella e della villa dei Quintili è stato il ventiseiesimo sito statale italiano più visitato.
Circo Massimo
Il Circo Massimo è un antico circo romano che si trova a Roma. Situato nella valle tra il Palatino e l'Aventino, è ricordato come sede di giochi sin dagli inizi della storia della città: nella valle sarebbe avvenuto il mitico episodio del ratto delle Sabine, in occasione dei giochi indetti da Romolo in onore del dio Consus. Di certo l'ampio spazio pianeggiante e la sua prossimità all'approdo del Tevere dove dall'antichità più remota si svolgevano gli scambi commerciali, fecero sì che il luogo costituisse fin dalla fondazione della città lo spazio elettivo in cui condurre attività di mercato e di scambi con altre popolazioni, e – di conseguenza – anche le connesse attività rituali (si pensi all'Ara massima di Ercole) e di socializzazione, come giochi e gare.
Il mausoleo di Cecilia Metella
Il mausoleo di Cecilia Metella è un grandioso monumento funerario romano, situato nei pressi della via Appia. Costituisce con il Castrum Caetani un continuum archeologico, che sorge a Roma, poco prima del III miglio della Via Appia Antica, subito dopo il complesso costituito dal circo, dalla villa, e dal sepolcro del figlio dell'imperatore Massenzio, Valerio Romolo.
Nel 2018 il circuito museale della tomba di Cecilia Metella e della villa dei Quintili ha registrato 44 136 visitatori ed un introito lordo totale di 93 687 euro.
Tomba di Romolo
Il mausoleo dinastico, di forma circolare, è noto come “Tomba di Romolo” dal nome del figlio dell’imperatore morto tragicamente nel 309 d.C. “Chiuso in un quadriportico coperto in origine da volte a crociera”, descrivono gli archeologi del PArCo, “il sepolcro è a pianta circolare ed era preceduto da un accesso monumentale.